Tra gli indicatori più usati c’è quello stocastico, il quale misura il rapporto tra il prezzo di chiusura di una coppia di valute e il range dei suoi prezzi, in un intervallo di tempo variabile. Viene in particolare utilizzato per individuare i prezzi di ipercomprato e ipervenduto come segnali di un probabile cambio di trend. Per calcolare quindi l’indicatore stocastico si parte dai prezzi minimi e massimi della coppia di valute presa in esame per un periodo n (variabile) di periodi.
A livello grafico troveremo due linee, convenzionalmente indicate (con valori percentuali) in K (calcolato con la formula %K = 100 [(C-Ln) / (Hn – Ln) ])e D (misura la media mobile degli n periodi di K). Se le linee raggiungono livelli massimi dei prezzi di chiusura siamo in un trend bullish, altrimenti con l’ipotesi contraria in un trend bearish.
Queste due linee possono assumere un qualsiasi valore in un range molto ampio, indipendentemente dai periodi, personalizzabili, usati per fare i calcoli, che va sa 0 a 100. Tuttavia le soglie che hanno un significato importante per individuare i cambiamenti di trend sono la zona da 70 a 100, e la zona da 0 a 30. Nel primo caso, ovvero nell’intervallo da 70 a 100, quando ci si trovano le due linee significa che ci troviamo in una situazione di ipercomprato.
Allo stesso modo quando l due linee capitano nella zona compresa tra 0 e 30 ci troviamo in una fase di mercato di ipervenduto, riguardo alla coppia di valute considerata. In entrambi i casi è probabile quindi un cambio di trend. Una indicazione di cambio di trend si può avere guardando anche la zona neutra, compresa tra 20 e 80, e si ha un segnale in questo senso, quando i prezzi ivi compresi vengono tagliati dalle linee dell’indicatore.