Comprare adesso e pagare a rate. È quello che propongono le carte di credito “revolving”. Le offrono tutti: dalle banche ai supermercati, dalle finanziarie ai siti Internet. La diffusione delle carte revolving sta aumentando in Italia con una media annua superiore al 30%. Il funzionamento delle carte revolving assomiglia più a quello di uno scoperto di conto corrente che a quello di una carta di credito tradizionale. Anche in questo caso ricevete un prestito che restituite a rate. La differenza è che non vi indebitate nei confronti della vostra banca, ma dell’istituto finanziario titolare della carta. Alcune carte prevedono la sola funzione revolving (Carta Aura, M’Honey), altre danno la possibilità di attivare il revolving come funzione. In questo caso bisognerà avvertire l’istituto emittente dell’intenzione di pagare a rate con un certo preavviso, che può variare da un mese (prima dell’utilizzo) a un giorno prima dell’emissione dell’estratto conto. I tempi sono indicati sul contratto.
Poniamo che nel mese di gennaio attiviate la carta e facciate uno o più acquisti. Nei mesi successivi pagherete una rata, che comprenderà anche gli interessi. La rata solitamente è pari a 1/10 o un 1/18 dell’importo speso, ma può essere variata a proprio piacimento, purchè venga rispettata la rata minima prevista dal contratto (di solito 50 euro). Se volete potete anche versare una rata più elevata, in modo da estinguere prima il debito e pagare meno interessi. Anche la carta di credito revolving, come tutte le carte di credito, prevede un tetto di spesa. In genere varia da un minimo di 1.000 euro a un massimo di 3.000 euro, a seconda delle vostre disponibilità. Ogni mese il tetto di spesa disponibile si riduce della quota non ancora rimborsata. Ipotizziamo ad esempio di avere una carta di credito revolving con un limite di spesa di 2.500 euro al mese, e di spendere in media 1.000 euro al mese che decidiamo di rimborsare a rate. A gennaio abbiamo a disposizione 2.500 euro, ne spendiamo 1.000 e a fine mese ne rimborsiamo 100. A febbraio la disponibilità di utilizzo della carta sarà di 2.500 – 1.000 +100 = 1.600 euro. Anche a febbraio però spendiamo 1.000 euro; rimborsiamo 100 euro per gennaio, e 100 euro per febbraio: la rata sale dunque a 200 euro. La disponibilità massima di spesa per marzo sarà quindi: 1.600 – 1.000 + 100 (1°rimborso) + 100 (2° rimborso) = 800 euro. Dunque a marzo non è più possibile spendere 1.000 euro, se si continua a rimborsarne 100 euro al mese. Per spendere anche nei mesi successivi 1.000 euro, bisogna reintegrare la linea di credito, pagando più di 100 euro. Come devono essere versati questi soldi? Non c’è una regola comune: per qualche istituto finanziario è sufficiente versare l’importo in banca, per altri fare un versamento con assegno circolare, o con bollettini postali; altri prevedono un bonifico prima della scadenza. È opportuno in ogni caso comunicare all’Istituto che si sta pagando.
Per offrirvi un panorama più ampio possibile delle carte revolving, ne abbiamo analizzante 41, quasi tutte quelle presenti sul mercato. Per calcolare la loro convenienza abbiamo esaminato due situazioni: – un utente che spende cifre variabili tutti i mesi, con una media di 500 euro al mese (e un minimo di 77 euro), che poi pagherà in rate. Il suo “debito medio annuo” è dunque di 500 euro; – un utente che spende in media il doppio e dunque ha un debito medio annuo di 1.000 euro. Entrambi utilizzano la carta tutti i mesi, dunque ricevono 12 estratti conto. Però nessuno dei due usa la carta revolving per fare benzina né per prelevare contante dal bancomat né per fare prelievi o acquisti all’estero, tutte operazioni che farebbero lievitare i costi. Nelle tabelle abbiamo calcolato quanto costano all’anno le carte revolving della nostra inchiesta e il loro TAEG. Le abbiamo messe in ordine di convenienza per i due tipi di utente. I nostri calcoli comprendono davvero tutte le spese, anche quelle che gli istituti emittenti non pubblicizzano troppo.
Attenzione a non farsi ingannare dalle offerte promozionali: spesso per il primo anno il canone annuo è gratuito, ma dal secondo anno si paga, a meno che non si disdica la carta in tempo utile. Ci sono poi altre spese da non trascurare.
Canone annuo. Le carte con la sola funzione revolving appaiono allettanti, perché di solito hanno un canone annuo inferiore rispetto alle carte di credito. Le carte di credito tradizionali con in più la funzione revolving non prevedono alcun costo aggiuntivo per l’attivazione del revolving. L’estratto conto. L’invio costa solitamente 1,03 euro, con qualche eccezione come Compass, Credem (1.5 euro) e Banca Sella (1.54 euro). Sopra spese di 77 euro mensili c’è un’imposta di bollo (1,29 euro).
Assicurazioni. Le carte revolving vengono assimilate ai prestiti personali, per ciò che riguarda la copertura assicurativa. Per esempio Carta BDS Open Credit prevede un’assicurazione di 6,2 euro; Carta bancoposta e Carta Ego Facile prevedono un’assicurazione pari allo 0,2% e 0,154% del debito residuo. Verificate subito se i costi per l’assicurazione sono inclusi nel canone. Altre spese. Si tratta delle commissioni sui rifornimenti di benzina, i costi di blocco e sostituzione della carta se viene rubata o smarrita. In questo caso nel contratto deve essere rispettata la raccomandazione Ue: la responsabilità del titolare non deve superare 150 euro.
Interessi. Chi vi propone una carta di credito revolving vi parlerà di TAN e TAEG. Il TAN serve per valutare gli interessi: se il TAN è uguale a 5 vuol dire che pagate il 5% di interessi. Il TAN non include spese e costi fissi previsti dalla carta. Queste spese sono invece comprese nel TAEG. Nei nostri articoli vi abbiamo sempre spiegato che il TAEG è lo strumento più affidabile per valutare la convenienza di un prestito. Ma nel caso delle carte revolving, il TAEG fornito dagli istituti emittenti non è affidabile. Nulla di irregolare: gli istituti emittenti anzi applicano alla lettera le regole indicate dalla Banca d’Italia. Peccato soltanto che queste non obblighino a includere nel calcolo né il costo del canone annuo, né quello degli estratti conto mensili, né le assicurazioni collaterali. Se queste voci venissero incluse, come si fa per i prestiti personali, le carte revolving apparirebbero più costose di quello che sembrano.
Vi consigliamo dunque di non utilizzare carte revolving. Per ottenere credito per importi intorno ai 2.000 euro e da rimborsare velocemente (entro18 mesi) ci sono due alternative.
Scoperto di conto corrente. Abbiamo confrontato le offerte delle principali banche in vigore a fine 2002. Abbiamo ipotizzato un prestito di 2.000 euro che venga rimborsato con le stesse modalità della carta revolving. In media lo scoperto di conto corrente è più conveniente del credito revolving, anche se i risultati variano molto. Il TAEG più conveniente che abbiamo trovato è 5,46% offerto da Credit sul conto Genius Smartnet (ma attenzione: si tratta di un conto Internet; per il conto Smart tradizionale il TAEG è del 19,30%). Il TAEG massimo che abbiamo incontrato è 21,04% sul conto Max Blu offerto da Deutsche bank. La media del TAEG dei conti analizzati (senza spese di istruttoria) è del 10,22%. Verificate che il vostro conto preveda lo scoperto e che la vostra banca accetti di concedervelo.
Prestito personale. Si differenzia dallo scoperto di conto corrente e dal credito revolving per una maggiore rigidità nel rimborso del capitale. Si paga un numero predefinito di rate fisse senza poter fare modifiche, a meno di un’estinzione anticipata del prestito. I prestiti personali sono preferibili allo scoperto di conto se si sa a priori che la somma presa a prestito non potrà essere restituita prima di un anno.