Prima cosa da chiedersi: quale font scegliere? Il carattere utilizzato per la stesura del curriculum vitae parla al selezionatore ancora prima dei contenuti. Il Times new roman, ad esempio, è quello più comunemente usato. Selezionarlo equivale ad andare sul sicuro.
Assolutamente sconsigliato è il Comic, a meno che non si voglia dare al curriculum l’impressione di una pagina di fumetto! Lo stesso dicasi per il Chalkduster, il Cracked, il Marker Felt e tutti gli altri font dal carattere (è proprio il caso di dirlo!) decisamente stravagante, ma soprattutto per nulla adatti allo scopo. Molto eleganti sono invece il Garamond o il Didot, quest’ultimo dal “tono” assai letterario.
Si può anche pensare di scegliere il font in base al tipo di professione che si è interessati a svolgere o che già si svolge. Un giornalista, per esempio, potrà pensare di trovare una soluzione creativa nel Courier New, che ricalca il carattere classico della macchina da scrivere. Così come l’Ocr sarà per gli informatici più audaci un modo tutto originale di dare al proprio curriculum l’effetto di una schermata di computer!
Certo è che per grafici e architetti il curriculum “non convenzionale” è qualcosa di già ampiamente sperimentato. Per questi professionisti il curriculum vitae può rappresentare davvero il biglietto da visita da esibire all’azienda. In due pagine diventa possibile esprimere l’estro dell’artista, se non altro darne un piccolo assaggio al fine di essere notati e successivamente chiamati per sostenere un colloquio. Il vero obiettivo di ogni curriculum.