I recenti scandali finanziari hanno minato la fiducia dei risparmiatori nel sistema di gestione degli investimenti.
Spesso ci sono famiglie che si sono fidate dell’amico di turno che si incaricava di investire al meglio il loro denaro. Agli sportelli in molti casi vengono proposte forme di investimento complicate e rischiose, prodotti finanziari che di sua iniziativa il cliente non comprerebbe mai. Per esempio le obbligazioni strutturate, le polizze unit e index linked o i derivati per le imprese. Tutti strumenti che servono anzitutto a far guadagnare chi li vende.
Non tutti i consumatori, però, hanno la vocazione per la finanza e per non brancolare nel buio devono pure affidarsi a chi ne sa di più. Ultimamente è nato persino un gruppo su Facebook dal titolo eloquente: “Io vado dal consulente finanziario indipendente” che si pone l’obiettivo di arrivare ad un milione di iscritti, tanta è la voglia di gridare che esiste un’alternativa alla banca o al promotore. Pochi risparmiatori sono a conoscenza del fatto che si possa depositare il denaro nella banca di fiducia e chiedere consigli ad un esperto indipendente su come investire: un professionista pagato solo dal cliente, e non dalle banche o dalle assicurazioni.
Ma qual è la differenza tra l’attività del promotore finanziario e quella del consulente?
Il primo è un agente di vendita, il secondo un libero professionista. Il promotore finanziario lavora per un soggetto (banca o SIM) in conflitto di interessi. E’ questa la differenza sostanziale.
Il promotore lavora innanzitutto per chi lo paga. E in questo clima di incertezza, una “guerra” tra consulenti e promotori non è certamente utile nell’infondere fiducia al risparmiatore. A meno che la guerra non sia sinonimo di maggiore concorrenza e qualità nei servizi.
Molti risparmiatori, tuttavia, propendono per il “fai da te”, in attesa di tempi migliori e il boom dei conti di deposito che rendono molto al momento dell’accoglienza del nuovo cliente, la dicono tutta sulla scelta di massima. Abbastanza remunerativa e tutto sommato poco impegnativa.
Altri, invece, si stanno guardando intorno. Si dice che da qui a quest’estate potrebbe essere il momento di investire sul mattone. Converrebbe soprattutto se si tratta di immobili destinati a prima abitazione, più che ad investimento, approfittando dei prezzi bassi e del progressivo calo dei tassi sui mutui sia variabili sia fissi. Sempre più utilizzato è anche il piano di accumulo capitale, spiegati in questa guida sul sito Nelportafoglio.com.
Risulta essere però il momento dei debt solver
Negli annunci per le offerte di lavoro sono tra le posizioni più felici: le agenzie sono pronte a reclutare debt solver, ovvero consulenti finanziari specializzati per l’appunto nella soluzione del debito.
Una figura che è stata importata dai Paesi anglosassoni, dove l’indebitamento delle famiglie è molto elevato e figure del genere esistono giù da anni.
Cosa fare
Verificare che l’interlocutore sia un promotore autorizzato.
Richiedere tutta la documentazione per leggerla.
Avere un’idea chiara di cosa contiene il prodotto finanziario che viene proposto.
Accertarsi che l’investimento sia adeguato al proprio profilo di rischio, Preferire il tipo cautelativo.
Rivolgersi per un consiglio a un consulente indipendente che non esegua l’investimento.
Cosa non fare
Non credere ai mirabolanti guadagni prospettati da banche e promotori finanziari.
Non investire basandosi su fiducia e amicizia.
Non concludere immediatamente l’acquisto: meglo pensarci con calma.
Non accettare spiegazioni confuse, poco chiare e con termini tecnici
Non insistere nel voler fare tutto da soli, nel dubbio rivolgersi a un legale o a un’associazione di risparmiatori.
Seguendo queste indicazioni è possibile investire in modo sicuro velocemente.