Il dibattito sopra i derivati, dopo la vicenda Mps, si è fatto ancora più aspro.
Ma che cosa sono davvero questi strumenti finanziari? I derivati, divisi in semplici e complessi, sono in realtà strumenti nati per attutire i rischi su determinati investimenti ma che hanno poi subìto il fatto di non essere giustamente regolamentati e quindi di venire applicati con semplice scopo speculativo.
La loro natura sta nel nome stesso, sono strumenti il cui valore deriva da altre attività finanziarie: azioni, valute, indici, tassi, materie prime.
La funzione dei derivati è quella di assicurarsi dal rischio di attività sottostanti,ad esempio dall’ aumento di prezzo di una materia prima o anche dal default di un Paese (i famosi Credit Default Swap), andando quindi a costituire una sorta di assicurazione sui propri investimenti.
I futures, per esempio, che scommettono sull’andamento di una materia prima sono ottimi per salvaguardare il venditore da un possibile calo del prezzo del prodotto venduto. E il derivato da lui sottoscritto diventa la sua assicurazione alla svalutazione.
Vi sono quindi derivati quotati in Borsa come i futures e le opzioni, altri invece definiti OTC (over the counter) ovvero non quotati ma utilizzati nei mercati senza regolamentazione specifica e contrattati direttamente tra compratore e venditore. E sono proprio questi ultimi quelli che valgono miliardi di dollari di scambio ma che non vengono controllati adeguatamente.
Secondo stime ufficiali, la cifra lorda di tutti i derivati in circolazione nel mondo è di 637mila mld di dollari, ovvero 9 volte il Pil del pianeta.
Non dimentichiamo che la crisi dei mutui subprime fu innescata da derivati su titoli immobiliari (che offrivano cioè come garanzia i mutui) che, se inizialmente erano tra i più redditizi di Wall Street, divennero poi, con il non pagamento dei mutui stessi, vera e propria carta straccia.
Senza volere dare un giudizio, potremmo dire che il prodotto derivato in sè non è nè buono nè cattivo, ma è il suo utilizzo che può renderlo dannoso. Eletto come strumento immagine della speculazione finanziaria in toto, è in realtà un investimento che se regolamentato immette liquidità nel mercato, ed ha i suoi vantaggi.
Generalmente, non è un buon derivato quello che risulta opaco, ovvero uno strumento finanziario non trasparente, secondo comunque una regola comune che vede nella complessità dello strumento finanziario un elemento negativo.