Quando si firma un contratto di lavoro si devono conoscere tutte le clausole e quali sono i diritti e i doveri a esso connessi. Questo è un qualcosa di basilare, così come lo è conoscere tutto ciò che concerne il mondo delle dimissioni, ossia del recesso del prestatore che, quindi, si differenzia dal licenziamento che, invece, è il recesso da parte del datore. Oggi vedremo le dimissioni per giusta causa.
Dimissioni: cause e motivazioni
Esistono diversi motivi che possono portare alla fine del rapporto di lavoro: c’è la scadenza del termine del contratto, la risoluzione consensuale, il licenziamento, la causa di forza maggiore e ci sono anche le dimissioni per giusta causa. Entreremo proprio nel dettaglio di questo ultimo caso, andando a vedere in cosa consistono e cosa accade quando si decide di licenziarsi per una giusta causa.
Entrando nel vivo del discorso, si deve sottolineare che, quando si parla di dimissioni, si intende un atto a forma libera che il lavoratore ha la facoltà di presentare al suo datore di lavoro, previo il rispetto di un periodo di preavviso. Non c’è un obbligo di forma precisa, salvo che questo non venga deciso nel contratto e, pertanto, in questo caso è obbligatorio rispettare la forma pattuita.
Come detto, ci deve essere in ogni caso il rispetto di un periodo di preavviso e se il lavoratore decide di non rispettare questa norma, si trova costretto a pagare un’indennità per il mancato preavviso.
Dimissioni per giusta causa
Le dimissioni per giusta causa sono regolate in maniera leggermente differente dalle altre tipologie, dato che, in questo caso, la validità del recesso è immediata e il lavoratore che si dimette per causa legittima deve essere pagato per tutti i giorni di preavviso non lavorati e a pagarlo deve essere il datore di lavoro.
Le giuste cause per le quali ci si può dimettere senza preavviso sono le seguenti
Comportamento ingiurioso e offensivo,
Retribuzione non corrisposta,
Trasferimento della sede di lavoro oltre i 50 chilometri.
Come si nota, si tratta di uno strumento previsto per legge al fine di tutelare il lavoratore e la sua posizione all’interno della struttura nella quale lavora. Non rimane da vedere cosa accade, in questo caso, alla disoccupazione che, come sappiamo, è erogata qualora la perdita del lavoro sia involontaria.
Le dimissioni, invece, sono una scelta del lavoratore che decide di licenziarsi per i motivi più disparati. Tuttavia, se le dimissioni sono per giusta causa, spetta comunque la disoccupazione ordinaria, dato che la scelta di licenziarsi è stata indotta dal comportamento del datore di lavoro.
Il lavoratore che si sente mobbizzato o che ha subito degli abusi e molestie ha, quindi, la facoltà di dimettersi e deve avere una serie di aiuti dato che la situazione non è stata direttamente voluta da lui. Le dimissioni per giusta causa, dunque, si configurano come un vero e proprio atto di tutela del lavoro del dipendente che, quindi, non dovrà più accettare di essere vessato in alcun modo.