Come saprai, il modello economico italiano, sia per cultura che per necessità, è fondato sulla piccola e micro impresa.
Secondo uno studio, il numero delle imprese manifatturiere per addetti era il seguente:
Addetti – numero imprese
da 1 a 19 – 529.853
da 20 a 49 – 27.285
da 50 a 249 – 9.889
da 250 a altre – 1447
Quindi, le piccole imprese rappresentano il 93.21 % dell’intero tessuto produttivo.
Ma quali sono i problemi della piccola impresa? Vale ancora il famoso detto, tanto in voga durante il boom degli anni 60 piccolo è bello?
Sintetizzando, i problemi a cui vanno incontro le piccole imprese sono:
minore produttività per addetto
minore retribuzione per addetto
minori investimenti fissi per addetto
minori investimenti in formazione sul capitale umano
spese per la ricerca spesso assenti
minore investimento alla rete distributiva
Scarsa assistenza al cliente
minore capacità di affermarsi sul mercato e di imporre i propri marchi
minor numero di mercati esteri serviti
minori disponibilità di capitale umano e organizzativo per migliorare la propria rete distributiva e produttiva
maggiori dipendenza al credito bancario a breve, anche con garanzie personali e patrimoniali del titolare, con conseguente elevati costi d’interesse.
minor investimento in marketing e comunicazione.
Leggendo questi punti e i problemi a cui vanno incontro le piccole imprese, bisogna porsi una domanda: perché le imprese non crescono?
Fondamentalmente, si possono individuare tre ragioni specifiche:
Le imprese familiari difficilmente permetto ad esterni di entrare nel capitale sociale della famiglia rinunciano, in questo modo, a crescita e sviluppo.
Le imprese scommettono troppo poco su ricerca e innovazione originale. Preferiscono fare molta innovazione incrementale sul processo e sui prodotti, piuttosto che puntare alle frontiere dell’innovazione.
Scarsa proiezione internazionale (internazionalizzazione). Si, è vero, esportano ma non investono all’estero.
Problemi importanti da risolvere.