Chi decide di stipulare un mutuo prima casa deve decidere anche con quale tipologia di tasso vuol pagare le rate. I tassi possono essere: fisso, indicizzato e misto.
Il mutuo prima casa a tasso fisso si dice tale perché non varia fino all’estinzione del mutuo. Quindi, la rata mensile non muterà mai e in caso di aumento dei tassi si risparmieranno gli interessi. Il solo handicap del tasso fisso è l’impossibilità di poter approfittare di un’ipotetica riduzione dei tassi.
Il tasso indicizzato, o anche detto tasso variabile, è strettamente legato a un indice che stabilisce ogni banca arbitrariamente. Ciò comporta la variabilità dei tassi d’interesse perché seguono il trend del mercato. Cosicché se i tassi d’interesse subiscono un’impennata di conseguenza il tasso del mutuo accrescerà, ciò si verifica anche nel caso contrario.
Il tasso indicizzato è meno caro del tasso fisso ma si rischia di pagare rate onerose.
Infine, il tasso misto che consiste nell’avvicendamento del tasso fisso e con il tasso variabile. Per i primi 3/5 anni, il mutuo prima casa prevede il tasso fisso e dopo il tasso variabile. Il tasso misto dovrebbe assicurare al cliente di beneficiare dei vantaggi sia del tasso fisso sia di quello variabile. Bisogna ammettere che un tasso del genere deve essere scelto da un cliente che conosce molto bene il mercato immobiliare per stimare di continuo l’andamento dei tassi finanziari.