La maggioranza degli indicatori commerciali tecnici utilizzano il tasso di variazione dei prezzi per dare una maggiore sicurezza nel calcolo. Il Relative Volatility Indicator, noto anche come RVI, utilizza invece un diverso modo per poter calcolare l’andamento dei prezzi, ovvero il trend della volatilità, che viene calcolato utilizzando la deviazione standard del prezzo, al fine di misurare e di valutare la forza del mercato.
L’indice di volatilità relativa utilizza lo stesso calcolo dell’indice di forza relativa, ovvero dell’RSI. Tuttavia, invece di utilizzare il prezzo di chiusura, la formula utilizza la deviazione standard degli ultimi 10 giorni o delle ultime 10 barre. Come l’RSI questo indicatore di analisi tecnica restituisce un valore compreso tra 0 e 100, dove un valore che sia superiore a 50 significa che la direzione della volatilità è più sul lato superiore, mentre un valore che sia inferiore a 50 significa che la direzione della volatilità è più sul lato inferiore. L’indicatore RVI può essere interpretato come rialzista per il mercato se il suo valore è superiore a 50 o a 60, mentre al ribasso per il mercato se il suo valore è inferiore a 50 o a 40.
L‘indice di volatilità relativa è stato sviluppato da Donald Dorsey, che ha anche sviluppato e creato il Mass Index Indicator, che viene utilizzato per prevedere le inversioni dei prezzi. La funzione di questo indicatore è nota come “RVI”, ma accetta un parametro che definisce il periodo di lookback, o il numero di barre da utilizzare nel calcolo dell’RVI. Il periodo è lo stesso di quello utilizzato per calcolare l’indice di forza relativa.
La volatilità, che viene calcolata utilizzando la deviazione standard dei prezzi di chiusura, utilizza sempre un periodo di 10 barre, in maniera da avere un risultato che sia il più possibile uniforme e standard. Tuttavia, è possibile aggiornare la formula e aggiungere un altro parametro del RVI, al fine di controllare il numero di barre utilizzate per la deviazione standard.